In attesa del doppio concerto in programma questa sera a Sepino (CB) con Liana Marino e Ginevra Di Marco, domani sabato 27 agosto la parola passa alla poesia con la rappresentazione portata in scena dal regista Lello Voce sul palco del Palazzo Gil di Campobasso con inizio alle ore 21.00.

“Interpretare Zanzotto – Gli Sguardi i Fatti e Senhal” è uno spettacolo nato nel 2021 nell’ambito delle celebrazioni ufficiali per il centenario della nascita di Andrea Zanzotto per iniziativa del Comune di Pieve di Soligo, città natale del poeta. Lo spettacolo è stato ideato e curato dal poeta e performer Lello Voce basandosi sul doppio significato, ermeneutico e performativo, della parola ‘interpretare’.

A misurarsi con il poemetto del maestro solighese – composto nel 1969 in occasione del primo allunaggio (Apollo 11), inteso come una violazione di quella che era stata sino ad allora, per i poeti e per l’intera umanità, l’immagine incontaminata della purezza e della ‘beltà’ – sono state chiamate quattro tra le migliori poete italiane (Sara Ventroni, Marthia Carrozzo, Eugenia Galli e Monica Matticoli), affiancate da quattro musicisti d’eccezione (Alessandro D’Alessandro, Frank Nemola, Lorenzo Dal Pan, Miro Sassolini) e con la consulenza letteraria di Stefano Dal Bianco, uno degli interpreti più profondi e accreditati dell’opera zanzottiana.

Sono loro a dare un nuovo significato a quella prima tavola del test di Rorschach che Zanzotto stesso volle riprodurre in apertura di tutte le edizioni dell’opera. Ognuna di loro ha tagliato e ricucito il testo, lo ha ribaltato, tradito e tradotto nel presente, facendosi rapsodia e cercando nelle parole di Zanzotto l’eco e le radici delle proprie. La drammaturgia di Lello Voce si struttura quindi in quattro set, ciascuno affidato a una coppia, come fossero i capitoli di un racconto reso fluido dai trapassi musicali e dalle video-scenografie di Gianluca Abbate, uno dei maggiori videoartisti italiani.

Sonika Poietika è promossa dalla Regione Molise e Fondazione Molise Cultura, sponsor Spinosa Costruzioni, in collaborazione con il Comune di Sepino e Officina Creativa ed il Comune di Isernia. Ingresso gratuito fino a esaurimento dei posti. Apertura sala prevista ore 20,30. Info: www.poietika.it

ANDREA ZANZOTTO

Biografia essenziale da www.andreazanzotto.it

 

Andrea Zanzotto nasce il 10 ottobre del 1921 a Pieve di Soligo, in provincia di Treviso. I primi interessi letterari lo portano a conseguire la maturità classica come privatista e a iscriversi alla facoltà di Lettere dell’Università di Padova, dove si laurea nel 1942 con una tesi sull’opera di Grazia Deledda. Durante la Seconda Guerra Mondiale, partecipa alla Resistenza veneta riparando dal centro Italia a Pieve di Soligo. Nel 1946 emigra in Svizzera, presso Losanna, rientrando in Italia l’anno dopo, quando sembrano riaprirsi le prospettive per l’insegnamento.

Nel 1950 concorre al premio San Babila per la sezione inediti. La giuria, composta dai più prestigiosi poeti del tempo, tra cui Montale, Quasimodo e Ungaretti, lo decreta vincitore del primo premio con un gruppo di poesie composte tra il 1940 e il 1948, che sarà poi pubblicato nel 1951 con il titolo Dietro il paesaggio. Seguono le raccolte Elegia e altri versi (1954) e Vocativo (1957). Mondadori pubblica nel 1962 il suo volume di versi IX Egloghe e dal 1963 si intensifica la sua presenza di critico su riviste e quotidiani. L’anno successivo viene pubblicato il suo primo libro di prose creative, Sull’altopianoRacconti e prose (1942-1954). Dalla fine degli anni Sessanta escono importanti volumi in versi che lo consacrano definitivamente: nel 1968 La Beltà, presentata a Roma da Pier Paolo Pasolini, a Milano da Franco Fortini e recensita da Eugenio Montale; nel 1969 il poemetto polifonico Gli Sguardi, i Fatti e Senhal, composto subito dopo lo sbarco sulla luna.

Negli anni Settanta pubblica la raccolta Pasque (1973), l’antologia Poesie (1938-1972) ed inizia a collaborare al Casanova di Federico Fellini. I testi per il film vengono pubblicati insieme al poemetto Filò, nell’omonimo volume. Nel 1977 vince il premio internazionale Etna-Taormina per la sua produzione letteraria. È del 1978 la pubblicazione del primo dei tre volumi che costituiscono la trilogia Il Galateo in Bosco, che gli varrà il Premio Viareggio nel 1979.

Nel 1980 continua la collaborazione con Federico Fellini scrivendo alcuni dialoghi e stralci di sceneggiatura del film La città delle donne e, nel 1983, i Cori per il film E la nave va. Esce la raccolta Fosfeni, secondo volume della trilogia, che vince il Premio Librex Montale e nel 1986 il terzo, intitolato Idioma. L’anno successivo riceve il premio Feltrinelli dell’Accademia dei Lincei. Nella prima metà degli anni Novanta escono le due raccolte di scritti critici Fantasie di avvicinamento Aure e disincanti nel Novecento letterario; nel 1996 la raccolta Meteo, con venti disegni di Giosetta Fioroni. Nel 1995 l’Università di Trento, e seguita negli anni successivi dalle Università di Bologna e Torino, gli conferisce la laurea honoris causa. Nel 1999 esce nella collana dei “Meridiani” Mondadori il volume Le poesie e prose scelte (Premio Bagutta).

Nel 2001 viene pubblicata la raccolta Sovrimpressioni, e nel 2005 la città e l’Università di Tubinga assegnano a Zanzotto il premio Hölderlin. Nel febbraio 2009 escono In questo progresso scorsoio, una conversazione col giornalista Marzio Breda, che richiama anche una vita spesa nell’impegno civile, e Conglomerati, raccolta poetica di scritti composti tra gli anni 2000 e 2009. Giova anche ricordare tra le amicizie importanti quella con Mario Rigoni Stern, di cui cade il centenario dalla nascita sempre nel 2021. Andrea Zanzotto muore il 18 ottobre 2011, solo pochi giorni dopo aver compiuto 90 anni.